venerdì 25 novembre 2011

SEGNALAZIONE a cura di E.A.
Per farsi un'idea
della videopoesia

 Un esempio tra i tanti:

Nazim Hikmet - L'uomo




1. Definizione di videopoesia

Un assaggio:

La videopoesia, nota con vari nomi, come: poema video, poema filmico, videopoem opera, poetronica, cin(e)poetry, poesia video-visiva, a seconda delle tecniche usate, dell'intervento più o meno ampio di elaborazione, e anche in relazione alla lunghezza del lavoro filmico, è una categoria molto ampia in cui sono confluite tipologie molto diverse di opera d'arte.
Talvolta la videopoesia si avvale di notevole elaborazione digitale, assumendo i caratteri della computer poetry, interamente elaborata o del tutto generata da software, altrove è povera di effetti elettronici, avvicinandosi alla performance di poesia sonora o al reading registrati in video. In molti lavori di videopoesia sono evidenti i legami con la videoarte, tanto che la videopoesia può essere anche definita una videoarte contenente testo poetico variamente elaborato a livello visivo e acustico.

Varietà della produzione e autori [modifica]

L'artista, scrittore e poeta italiano Gianni Toti è considerato uno dei padri fondatori di questo genere di sperimentazione visiva. Dai primi anni 80 comincia a fondere cinema, testo, immagine elettronica nelle sue video-poem-opere, dei mediometraggi o lungometraggi di fattura artigianale.
La videopoesia evolve, tra la fine degli anni 80 e gli anni 90, verso cortometraggi di struttura e natura segnatamente differenti. Alcuni autori internazionali che si sono espressi nella videopoesia, concorrendo a determinarla come "sotto-genere" della videoarte, sono: Gary Hill, Philadelpho Menezes, Javier Robledo, Arnaldo Antunes, Giorgio Longo, Giacomo Verde, Jennifer Bozick, Kevin McCoy e Billy Collins.
Alcuni video utilizzano la parola in movimento nell'aspetto iconico e tipografico. Di eredità futurista, queste opere sono create digitalmente, utilizzando titolatrici e software di animazione. Tra gli autori che hanno esplorato questa linea estetica: la scrittrice e critico russa Anna Alchuk, in collaborazione con la computer artista Olga Kumeger e il musicista Serguey Letov, Arnaldo Antunes, Caterina Davinio.
Ma esistono anche poemi filmici con poca o nulla presenza di testo, del tutto svincolati dalla parola, tuttavia definiti "videopoesia" dai loro autori, videoartisti o videoperformer. Più legati alla performance poetica o poesia performativa in video: Akenaton, Bartolomé Ferrando, Enzo Minarelli, Xavier Sabater, Nicholas Tardy, Massimo Mori, Clemente Padìn, Fernando Aguiar, Julien Blaine.


2. Un approfondimento storico-teorico:

Un assaggio:

I Lettristi sono gli antesignani: capiscono l'importanza delle immagini in movimento, in verità la primogenitura spetterebbe di diritto ai futuristi italiani, almeno a livello teorico, a parte già quanto è stato detto circa le intuizioni marinettiane, si può aggiungere l'idea di un Boccioni per l'uso di una polimateria, non più solo e soltanto i materiali nobili come il marmo e il bronzo, ma nuovi materiali come vetro, legno, cartaccia, panno, cuoio, specchi, luce elettrica e da qui il passo verso il video è breve. Il lettrista Isou si ferma alla teoria, ma Lemaìtre realizza nel 1951, in collaborazione con Gil J. Wolman che cura la colonna sonora, Le film est déjà commencé?'. E' il primo esempio di sincinema con veri attori nella sala per animare un nuovo rapporto con il pubblico (la stessa idea sarà sviluppata in tempi recenti da Woody Allen in La rosa purpurea del Cairo') mentre la pellicola viene arricchita con disegni, numeri, scritture e il sonoro spesso invertito (idea peraltro già sperimentata da Chlebnikov nel 1908, senza evidentemente il supporto magnetico) con esilaranti e imprevisti effetti rumorici, il tutto in una sorta di destrutturazione e disorganizzazione degli elementi consolidati fino a provocarne la loro morte. Una linea distruttiva è stata praticata soprattutto dal cinema underground nordamericano attorno agli anni Sessanta (Andy Warhol, il canadese Norman McLaren). Tale visione apocalittica, ben si adatta alle analisi mozza-fiato di un Fredric Jameson, che per la ricerca in video, non vede speranza alcuna di salvataggio, non solo, "there are no video masterpieces", e questa affermazione potrebbe a livello ipotetico avere un suo fondamento di verità, ma anche "there can never be a video canon... the deepest subject of all video art, and even of all postmodernism, is very precisely reproductive techonology" (sic). Riportiamo questa che è una vera provocazione, anche gratuita, sarebbe molto interessante conoscere su quale campioni è stato effettuato lo studio, perchè talvolta nei nostri incontri pubblici ci sentiamo indirizzare questo tipo d'accusa, che evidentemente si diffonde rapidamente molto più di quanto non facciano le nostre videopoesie. Ora, abbiamo visto come un atteggiamento volutamente distruttivo sia presente in alcune zone di questa ricerca sonora, come è altrettanto vero che esso esiste anche dentro le video-opere. E' un grave errore di prospettiva, trasformare ciò che è una parte di una sperimentazione, in una sorta di regola assoluta, o altrimenti detto, scambiare un dettaglio, un particolare per l'opera nella sua integrità . Accanto all'afflato distruttivo, c'è quello costruttivo, che è quanto cercheremo di dimostrare più avanti , soprattutto individuando dei canoni operativi lungo i quali corre la costruzione-creazione della video-poesia, vedremo come la struttura tecno-poetica ne è il nerbo. Certo che la denuncia di Jameson verso il video, inteso come "a ceaseless rotation of elements such that they change place at every moment, with the result that no single element can occupy the position of interpretant (or that of primary sign) for any length of time", toglie ogni possibile illusione circa le capacità comunicative del video. Opinione che di certo non possiamo condividere, perchè la velocità delle video-immagini è parte integrante del messaggio, il movimento è dentro l'immagine, anzi è l'immagine stessa, e si rende necessaria una continua ginnastica mentale acutico-visiva per reggere il dialogo proveniente dal video, oseremmo dire una perenne stimolazione visivo-sensoriale, fin tanto che si resta all'interno dell'approccio televisivo, così come lo conosciamo e pratichiamo. E' di oggi per esempio, la notizia, data da Renata Monè che "la fantascienza cyberpunk ha inventato il simstim, una forma di cinema virtuale in cui chi osserva, o meglio chi entra in un cinema, vive il film come se ne fosse il protagonista". E qui, tanto per ribadire ancora una volta come le realizzazioni di oggi siano le idee di ieri, risulta evidente quel punto del Manifesto Raggista (1913) di Miklail Larionov, dove le tele dovevano dare una impressione di stare fuori dal tempo, fuori dalla spazio, in pratica emanare una sensazione che si può chiamare di quarta dimensione. 

16 commenti:

ha detto...

grazie, mi piace moltissimo.

ha detto...

ecco il link al 5 inferno di dante, episodio Francesca da Rimini (recitandolo, senza riuscire a prevederlo, io lettrice inizio a piangere!)ecco il senso della video poesia: la sua oralità e l'emozione della recitazione.http://www.youtube.com/watch?v=WGpVEIdjiTo

ha detto...

e qui, la stessa emozione, la stessa risposta emotiva del pianto alla poesia di giacomo leopardi. "A Silvia", si manifesta in me come lettrice - a mia insaputa (e certo dell'ascoltatore/trice)


Leopardi - A Silvia.


Giacomo Leopardi - A Silvia


http://www.youtube.com/watch?v=j1qspnt9KMQ

Anonimo ha detto...

Ho potuto apprezzare la poesia del video ma purtroppo l'audio si è guastato , Peccato! Gli aggiornamenti di Ennio sono davvero interessanti e preziosi. Grazie Emy

Anonimo ha detto...

La videoarte può nobilitare un testo mediocre, questo mi sembra il solo pericolo. E' come per le canzoni: spesso i testi, se letti senza canto e musica, sono davvero scadenti.
Mi sembra che l'emozione della recitazione abbia poco a che fare con la poesia. Altra cosa è l'oralità che può farsi evento destinato a restare, come negli esperimenti in diretta di Andy Warhol.
Ai media dovrebbe interessare, tenendo presente che la poesia ha un peso specifico notevole. Una, due poesie dello stesso autore dovrebbero bastare. Oltre si torna alla lettura, al libro. Ma è un passo avanti che mi sembra non implichi un adattamento della scrittura, anzi potrebbe incoraggiare nella direzione di nuove possibilità espressive. Può facilitare la comprensione di testi difficili e inserire una salutare attenzione all'ascolto in chi scrive.

mayoor

Anonimo ha detto...

e questa è una video poesia del V Inferno nella mia recitazione di una traduzione in inglese d cui si danno dettagli alla fine del video - enjoy.
http://www.youtube.com/watch?v=YpB5H7omwYA

Unknown ha detto...

Il problema pesante della mutazione antropologica in societa orwelliana, è dato dall'aver sradicato l'individuo dalla sua normale capacità (prima residente in ogni uomo anche senza particolare talento): quella di autoproduzione di immagini mitologiche, simboliche, reali, irreali, simboliche et etc

La societa dell'immagine non ha solo fatto passare un valore modificando tutti gli altri, erg con l'apparire tagliando ogni relazione all'essere e saper essere....La societa dell'immagine ha eliterizzato la capacita di continuare a produrre immagini "valide" o " convalidate", solo in chi ne saprebbe ogni precauzione e attenzione agli effetti collaterali indesiderati .. che anziche amplificare,espandere, far lavorare il contenuto poetico, lo potrebbero dosare a suo sfavore con il contenitore, in questo caso con lo strumento video o internet ( e di caso in caso techne in questione) ...delineare i confini di contenuto a contenitore è molto molto complesso, articolato e di volta in volta da esaminare..io non sono "uno specialista" come richiesto dalla complessita contemporanea,che diventa anche un cappio in quanto si perde spesso la visione interdisciplinare e d'insieme,

nella disarmonia conflitto anche fra psiche e techne ma non solo,che è un dato di fatto della contemporaneita, mi sembra pertanto doveroso per chi addetto ai lavori,la ricerca continua della riparazione "autentica" e molto amorevole nei confronti di chi (tele)vedendo prodotti poetici di questo tipo,possa recuperare quello spazio produttivo di immagini tagliato come se gli avessero tolto un cromo-soma necessario inalienabile alla sua dotazione.

Chi non ha perso quel cromosoma, e in piu avrebbe il vantaggio/talento "artistico" come sovrappiù poetico, ha o avrà quel dovere piacere in più di procedere alle sue videoproduzioni, con alambicchi visionari che restituiscano all'indistinto insieme di videolettori la vita ben dosata di questo cromosoma strappato, ricomponendo il sipario delle visione fin dai drappi e corde che ne aprono da buio a forme colori corpo dentro cui quello poetico.

tanto piu si trasferirà l'immedesimazione non in se stessi talentuosi, ma in chi anche senza talento , aveva avuto il pieno diritto di quel cromosoma,tanto piu sarà arte poetica di ripristin di quel canale.

nel mezzo web, come nei mezzi precedenti per altri versi del media mangiamedia, c'è in giro una tale produzione di videohorror ma che si presentano spacciano come politici o come poetici, che basta veramente poco per riempire il contenitore delle precise dosi per spegnere il suono gia in sè antitesi dell'arte poetica,che sta nelle cinque lettere v-i-d-e-o

Moltinpoesia ha detto...

E.A:
Sul mio PC si vede e si sente ben dall'inzio alla fine...

Anonimo ha detto...

se penso ai 17 anni di skifo visivo delle tv statali e private monopolizzate dal mostro a 10 teste berlusconiano,oggi temporaneamente rintanato sotto il seggio di Montecitorio, applaudo ad ogni manifestazione visiva alternativa che distragga da quell'orrore che paragono ad un campo di sterminio delle sensibilità. (erm)

Unknown ha detto...

ciao ERM :-)..comprendo completamente che si tenda giustamente ad assegnare la palma(di banana) al periodo " berlusconista",ergo all'iperbole storica societaria conflittuale di ricchi interessi( non solo per lui a lui personali) del piu recente ventennio tuttora in corso.Fra mezzi e fini del problema "videocratico" neè stata la massima evidenza conclamata, ma di una patologia già esplosa molto prima della discesa in campo piu famosa.

Stravolgere la capacità di autoproduzione , diciamo di videointeriori indelebili( o che tali dovevano rimanere, compresi qeulli piu contadini e popolari, anzi per primi) , è stato in tutto un pre-berlusconismo degli anni '80 e ancor prima in un 'influenza sempre piu massiccia del monopolio "culturale" Usa che dovevano essere applicato purtroppo anche alla nostra provincia,lentamente dal dopoguerra a oggi,l'immagine è stata stravolta e identificata, detto sommariamente, nella "capacita a vendersi".
Il grande fratello strictu sensu inteso, sigilla qualcosa che era gia entrato nelle stanze della realta orwelliana tanto quanto in immaggini apparentemente opposte e vendute come "sobrietà"...ma potremmofare un catalogo infinito della videoneolingua esistenziale all'essere visibili in quanto in vendita.
In questo discorso si inserisce sicuramente qualcuno che credo ami anche tu, come tanti di noi, a cui ti riferivi : Pasolini.
Il discorso della mercificazione è ante-video e vi si trasferisce in vetro/vetrina.

un abbraccio forte come prima e come dopo.
tua ro

Unknown ha detto...

ec
che doveva

ps
erm sta per erminia , nevvero?

Unknown ha detto...

ec
immagini

pps
scrivo sempre di volata , perdonate ortografie sintassi e tutto il resto in errore.

Anonimo ha detto...

ma sei sociologa o storica dei media? posso sapere il tuo nome e cognome da seguire quello che fai please? sono curiosa adesso: mi pare tu abbia anche nozioni legali della cosa, o sbaglio? Ma dai, diventiamo amiche! :)

Unknown ha detto...

".. ma dai diventiamo amiche" è proprio da gattonamenti relazionali ante-fanciulleschi, di espressione notevole
:-)))

io sono nessuno, non dimenticarlo Ermy .-)..mi sono impegnata per essere nessuno, ho faticato e sto faticando duramente ma mi è venuto anche facile .-)

ti lascio mia mail per estremi piu di dettaglio anagrafico che di solito via internet non do in pubblico(scrupolo di protezione personale)
filidimemoria@libero.it

per quanto relativo alle competenze che hai elencato, di alcune fanno parte solo letture studi approfondimenti generati dalla grande passione attorno ai temi tutti che cercano di comprendere la natura umana, vuoi individuo e vuoi società e individuo.
Il discorso "legale" è invece una mia effettiva preparazione accademica, ma abbandonata per dissociazione da un mondo,per certi versi anch'esso poetico, o che nella mia fanciulezza credevo avesse mantenuto l'antica poesia delle leggi . Non esiste piu nulla di quella poetica, pure quella del Beccaria sono riusciti a a distruggere.
Per come sono andate le cose, considero il potere , sia nella parte produttiva normativa, sia in quella amministrativa di applicazione, del tutto criminale o parallelo a quel mondo, anzi il mondo criminale a volte , non piu ora, era addirittura meno pericoloso.

Un abbraccio ?
di più! almeno due.
tua ro

Anonimo ha detto...

:) affascinante risposta. grazie.
è vero: il campo legale aveva una sua magia e un suo prestigio. che peccato avere dovuto scoprire che chiesa stato (istruzione, salute) e legge sono i 4 gerarchi di salò. :) scriverotti, un abbraccio, erminia

Unknown ha detto...

..affascinante tu con ogni tua sperimentazione e desiderio di coinvolgimento messo in azione in tutto, a partire dal tuo corpo fino a quello artistico-poetico.
un abbraccio
tua ritarò
:-)