venerdì 30 settembre 2011

A PAGAMENTO?
MA NEL LABORATORIO "MOLTINPOESIA"
NON LO FACCIAMO GRATIS,
MEGLIO E NON EX CATEDRA?




Qui di seguito la notizia presa da internet :
 LABORATORIO DI POESIA: BOTTEGA DI POESIA
a cura di Maurizio Cucchi
Dal 3 ottobre ogni lunedì dalle 15 alle 17 – prenotare con anticipo (almeno una settimana)
Per rispondere alla viva esigenza dei moltissimi poeti o aspiranti poeti, di ogni età, o comunque di chi scrive senza avere ancora trovato un interlocutore valido, verrà istituito un vero e proprio servizio di consulenza tecnica. Chi ne farà richiesta, riceverà direttamente, in un incontro individuale un parere sui propri testi, e otterrà indicazioni concrete su come procedere e migliorare, per sfruttare al meglio le proprie risorse.
Chi vorrà sottoporre i propri versi dovrà inviarli via e-mail a info@casadellacultura.it (in numero di non oltre 200) in anteprima, perché possano essere già a conoscenza dell’esperto al momento dell’incontro. Ognuno potrà poi, se vorrà, in seguito tornare, con le stesse modalità di richiesta.
Gli incontri con Maurizio Cucchi (di 30’) sono stati stabiliti ogni lunedì a partire dal 3 ottobre, dalle 15 alle 17, con prenotazione di almeno una settimana di anticipo.
Per ogni incontro è richiesto un contributo di 80 euro.
I versamenti possono essere effettuati a mezzo bonifico al codice IBAN
IT48 Z030 6909 5260 0045 3850 143
inviando conferma dell’operazione a info@casadellacultura.it

1° commento
Mentre leggevo mi mordevo le labbra, pensavo che finalmente qualcuno aveva avuto il coraggio di intraprendere un'iniziativa cui molti avevano sicuramente pensato ma nessuno aveva avuto la capacità di realizzare.

giovedì 29 settembre 2011

Lucio Mayoor Tosi
Titoli



















Le donne sono spumanti.

Il futuro ci sorveglia.

Chiacchiere dei sassi. 


Dietro gli occhiali da sole una nave da crociera.
Sui denti le bandierine dei saluti.  Tutto è paesaggio. 
Insegne di versi. Leggere o scambiarsi telefonate. 
Le mani penzoloni, chiare azzurrine parrucchiere. 
Pinne. 

mercoledì 28 settembre 2011

Massimo Gezzi
Due poesie inedite


  da LE PAROLE E LE COSE

[Queste due poesie fanno parte di una sezione inedita composta da dieci testi. Ognuno di essi ha un numero di strofe pari alla sua posizione e al suo titolo].




Quattro strati sotto Piazza Matteotti

I.
Il primo è ricoperto
di terra umida, piena di muschi
e di cemento. La pala la frantuma,
la penetra a fatica.

Paul Celan




Per errore questa poesia pubblicata in un post  precedente è stata cancellata. La ripropongo. [E.A.]

Spazzata via dal
vento raggiante del tuo linguaggio,
la variopinta chiacchiera dell’esperienza
ammucchiata – la poesia dalle cento
lingue, menzognera,
il niente di poesia.

Rita Simonitto
Balla-tetta



Hai l’irriverenza della gioventù
che non sopporta rime baciate
casomai fugaci toccate e via.

Puntuta spingi la ricerca d’apparire
violando il chiostro della veste
che non frena l’ondeggiare e punge

il desiderio di chi si accosta a te,
fanciulla mia, che sei più bella
quando non sfarfalli con la tetta.

sabato 24 settembre 2011

SEGNALAZIONE
Omaggio a Roberto Sanesi
Monza 22 sett.-19 ott. 2011

I colori delle parole
Omaggio a Roberto Sanesi a dieci anni dalla scomparsa
una mostra di Scrittura visuale, a cura di Alberto Crespi
Monza - Galleria Civica di via Camperio
22 settembre - 19 ottobre 2011
Inaugurazione
giovedì 22 settembre 2011 alle ore 18


Alberto Crespi
I COLORI DELLE PAROLE
Un omaggio a Roberto Sanesi


A dieci anni dalla scomparsa, il ricordo di Sanesi non
si affievolisce; anzi, grazie alla dedizione della moglie Anita
per il lavoro di Roberto, lievita di anno in anno. Proprio dell’entità
di quel lavoro si parlava all’inizio di questa estate, in
occasione della ricognizione delle opere che sarebbero confluite
nella mostra odierna. In quella mitica casa milanese
col giardino sospeso sulla trincea delle ferrovie nord, a due
passi dall’Arco della Pace, il lavoro di Sanesi si profilava di
una mole via via crescente, man mano che libri manoscritti
quaderni d’appunti articoli di giornale e di riviste riemergevano
dall’ombra.

venerdì 23 settembre 2011

SEGNALAZIONE
Ciaran Carson
Confetti di Belfast

 Notizie sull'autore e altre poesie introdotte da un saggio di Eleonora Ottaviani sono sul sito de L'OSPITE INGRATO, da cui ho scelto questa. [E.A.]







Confetti di Belfast

D’un tratto la squadra anti-sommossa irruppe e piovvero punti esclamativi,
Dadi, bulloni, chiodi, chiavi. Una fonte di caratteri in frantumi. E l’esplosione
stessa – un asterisco sulla mappa. Questa riga tratteggiata, una scarica di fuoco rapido…
Tentavo di completare una frase in testa, ma continuava a tartagliare
tutti i vicoli e le strade laterali sbarrati da punti e due punti. Conosco ogni angolo
di questo labirinto – Balaclava, Raglan, Inkerman, Odessa Street –
perché non riesco a scappare? Ogni mossa è punteggiata. Crimea Street. Altro vicolo cieco.
Un blindato Saracen, scudi Kremlin-2. Visiere di Makrolon. Walkie-Talkie. Come
mi chiamo? Da dove vengo? Dove sto andando? Una raffica di punti interrogativi.

mercoledì 21 settembre 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Ennio Abate
Il tarlo dell'esodante
rifugiato in una poesia
di Bertolt Brecht




Bertolt Brecht, A chi esita*

Dici: «Per noi va male. Il buio
cresce. Le forze scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
noi siamo ora in una condizione
più difficile di quando
si era appena cominciato.

E il nemico ci sta innanzi
più potente che mai.
Sembra gli siano cresciute le forze, ha preso
una apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori,
non si può più mentire.
Siamo sempre di meno. Le nostre
parole d’ordine sono confuse. Una parte
delle nostre parole
le ha stravolte il nemico fino a renderle
irriconoscibili.

Che cosa è ora falso di quel che abbiamo detto?

[IL TARLO:
È falso tutto quello che  avete detto credendo (o  fingendo di credere) di parlare a degli amici o almeno ad avversari curiosi. Erano invece vostri nemici. E avreste dovuto sapere o imparare presto che, appena individuati come dissenzienti, critici, anticonformisti, vi avrebbero  trattato senza esitazione da nemici. Avete sbagliato a credere innocenti le vostre ribellioni. Avete sbagliato a non vedere quanto cinico è il formalismo delle Leggi uguali per tutti, usate invece come scacciacani contro di voi. Ben vi sta.]

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Emilia Banfi
Quest'autun

A vulen i fouei sui camp minà,
sui maceri, sui mort, sui suldà.
O dòna sta ghe diset
a la tua bèla tusèta?
U vist brilà i sò eucc marun,
 la ghè pù la sua scòla.
O bèla africana sta ghe diset
a la tua bèla tusèta
- Se te saret prumòsa
  te cumprarò la biciclèta-?
Cul temp ariverà anca la primavera,
ma ti o dona sta lì
cambia minga bandera.
Sta lì cun la tua tusa
fas minga vegnì in ment
de vegnì a Lampedusa.
Chi la gent la mangia, la studia,
la laura, la vif e supratùt la rit,
la ga minga ul temp de pensà anca a ti.
Sta li bèla quièta
vedarèm de mandat na biciclèta.

SEGNALAZIONE
Leonardo Terzo
Visioni del mondo
e ideologie letterarie

Ogni teoria della letteratura rispecchia il senso generale che il teorico di turno ha della realtà.
Per esempio, Sartre, da filosofo esistenzialista, che vede il senso della condizione umana nella libertà delle scelte che ogni uomo è costretto a fare, considera conseguentemente la letteratura come ennesima espressione di tale libertà.
I formalisti russi, che sono sostanzialmente dei linguisti, considerano la letteratura in primo luogo un linguaggio e, per la sua specificità come letterarietà, uno scarto dalla norma linguistica, con un effetto di straniamento.
Foucault, che è uno storico e sa che la storia è governata dai rapporti di forza, è interessato all’evoluzione delle forme del potere; vede perciò nella letteratura una di queste forme, e il suo specifico, rispetto alle altre, sta nell’essere una forma di potere velata sotto una patina di piacere e mistificante naturalità.

lunedì 19 settembre 2011

CONTRIBUTI
Vincent Baudoleo et alii
Que-est ce que
on doit faire en automne?

Cari amici,
sono le cattive letture… che vi rovinano 
DOVE  PORTA IL TRAM DEI MOLTINPOESIA?

forse aspetta passeggeri...prima di partire. 


NON AL CAPOLINEA SE SI TORNA ALLA POESIA
(Au-dessus des étangs, au-dessous des vallées…)
Avete letto i giornali? Ma in un paese così come si fa ad aver voglia di fare poesia? Anche la pace delle vacanze mi è sembrata falsa. A qualcuno di voi questa realtà detterà parole, io per il momento riesco a fare solo cose illeggibili. 

Au-dessus des étangs, au-dessus des vallées ?
mais de quel côté ?
le côté droit de la guerre de Lybie
où le côte sud de la guerre d'Afganistan
de ce côte-ci, de ce côté-là, ou des deux côtés
où encore de tous les côtés
et d'un côté a l'autre,
d'un certain côté il n'a pas tout les torts
                                         Vincent Baudeleo

E POI DICONO CHE LA LINGUA ITALIANA
NON LA PARLERA' PIU' NESSUNO
FORSE EMIGRERA' ?
CHISSA'!

per di più chi non conosce il francese fa un pò fatica...

venerdì 16 settembre 2011

SEGNALAZIONE
Galatea



E' uscito in rete il fascicolo di settembre di Galatea.
E' una rivista che cerca di parlare di realtà, di far parlare le persone, di sottrarsi all'ovvietà e alla banalità che assedia e  prepara il disastro.
E' un buon fascicolo, penso sia utile segnalarvelo:  www.galatea.ch

Piero Del Giudice

Luigi Di Ruscio

    di Piero Del Giudice

    martedì 13 settembre 2011

    DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
    Rita Simonitto
    Casa miseria




    Luna allo spasimo alla finestra
    tra listelle e vetri insudiciati,
    ginocchia col sale che brucia alle giunture
    per scale senza fine, estraneità percettiva
    che porta a contare i passi dei gradini
    e sale impudica la voglia, segnare i pianerottoli
    di piscio come liberi gatti
    eppur legati anch’essi a un territorio.

    Casa miseria che non dai pace né pur la prendi
    dalle pene di un mondo che invano arrota i denti
    e invano tu mostri quaderni dove hai segnato
    con cognomi e nomi i traditori
    ma se nessuno ascolta
    si impiglieranno le voci come refoli d’aria
    su dai camini spento ogni fuoco. Oramai.


    05.08.2011

    giovedì 8 settembre 2011

    CONTRIBUTI
    Ennio Abate
    Il Tarlo della Libia.
    Riflessioni e domande
    di un esodante

    La pubblicazione di questo articolo ha avuto un percorso travagliato. L'avevo scritto per "Nazione Indiana" e al dibattito svoltosi su quel sito tra febbraio e marzo 2011 mi richiamavo. Avrebbe dovuto uscire senza più problemi dopo il chiarimento avuto con uno dei redattori di NI. Sono invece intervenuti degli ostacoli (Cfr. Nota* alla fine) che mi hanno indotto a proporlo ad altri siti (Sinistra in rete, Megachip) che l'hanno accolto. Lo propongo, contro ogni censura o autocensura, anche su questo blog. [E.A]

                                                                        […] Amici,
                                                    davvero,
    a chi sotto i piedi la terra non gli brucia al punto che paia
    meglio qualunque cosa piuttosto che rimanere, a colui
    io non ho nulla da dire». Così Gotama, il Budda.
    Ma anche noi, che non più ci occupiamo dell’arte della pazienza
    ma piuttosto dell’arte dell’impazienza, noi che tante proposte
    di natura terrena formuliamo, gli uomini scongiurando
    a scuoter da sé i propri carnefici dal viso d’uomo, pensiamo
                                                   che a quanti,
    di fronte ai bombardieri del capitale, già in volo, domandano
    e troppo a lungo, che ne pensiamo, come immaginiamo il
                                                  futuro,
    e che ne sarà dei loro salvadanai e calzoni della domenica, dopo
    tanto sconvolgimento, noi
    non molto abbiamo da dire.
    (B. Brecht, La parabola di Budda sulla casa in fiamme, in Poesie 1933-1956, p. 189)

    Ricordo le discussioni quando Barack Obama e Hillary Rodham Clinton si contendevano la candidatura presidenziale. Alcune femministe invitavano ad appoggiare Hillary perché era donna, altre afroamericane invitavano ad appoggiare Obama perché era di colore. Il tempo ha dimostrato che lassù in alto non contano né il colore della pelle né il genere.
                 (supMarcos,Terza Lettera a Don Luis Villoro nello scambio su Etica e Politica, luglio-agosto 2011)


    Cari/e amici/che di Nazione Indiana,

    circa sei mesi fa qualcuno s’illuse che la guerra in Libia sarebbe stata “lampo”.[1] (E l’Afghanistan? E l’Irak?). Ecchè - si diceva, si scriveva, anche su NI - «lasciamo che il rais bombardi quelli che lui chiama i ribelli?». Si sospendano, orsù, «le questioni di principio». Tacciano i cacadubbi di turno pronti a ricordare che «i droni americani stanno facendo stragi quotidiane di civili in Afghanistan». Che patetici quelli che vedono negli insorti dei «pupazzi eterodiretti dal Capitale Globale o dai vertici del complotto demoplutopippoquiquoqua». E basta - si diceva, si scriveva - con ‘sto Valentino Parlato, deplorevole esempio di «una “sinistra” che sta sempre coi [dittatori] più deboli» (perché, invece, c’è da stare subito, senza se e senza ma, con quelli forti).

    SEGNALAZIONE
    Paolo Giovannetti
    Raccontare dopo Gomorra


    Giovedì 15 settembre ore 21.00
    Libreria Popolare di via Tadino Soc. Coop.S.r.l.- Via A.Tadino,18 - 20124 Milano Tel.02 2951 3268 

    Criticare la critica.
    Incontri sullo stato della critica letteraria oggi
    Paolo Giovannetti e Mauro Novelli
    ci parleranno di
    Raccontare dopo Gomorra
    La recente narrativa italiana in undici opere (2007-2010)
    a cura di Paolo Giovannetti
    Edizioni Unicopli – 2011
    Circa quindici anni fa la critica si chiedeva: è ancora possibile
    raccontare dopo Pulp Fiction? Artifici narrativi esibiti, violenza
    iperbolizzata (e ironizzata), centralità dell’audiovideo: alcuni
    degli ingredienti sono ben noti.

    martedì 6 settembre 2011

    SEGNALAZIONE
    Emanuele Zinato
    Le idee e le forme
    La critica letteraria
    dal 1900 ai nostri giorni



    Secondo una recente, sintetica ed efficace definizione, «un critico lette-
    rario è un lettore che scrive di quel che legge» (Onofri, 2008, p. 9). Di
    conseguenza, «passare dalla lettura disinteressata alla scrittura (scrittu-
    ra critica) significa stabilire un rapporto col proprio linguaggio» (Bal-
    d
    acci, 2001, p. 31). Critica e lettura, accomunati dal fatto di essere due
    momenti della ricezione delle opere, per altri aspetti differiscono dun-
    qu
    e tra loro. In greco, krités significa "giudice" e krinein "giudicare":
    con il termine critica (in inglese criticism, in francese critique, in tedesco
    Kritik) Ci si riferisce all' operazione di chi descrive, interpreta e valuta
    un' opera d'arte. Questa attività, tuttavia, potrebbe essere svolta anche
    da un singolo lettore che decida di dar forma scritta, nello spazio chiu-
    so di un diario privato, alla sua esperienza. La critica letteraria invece si
    diff
    erenzia dalla lettura non solo perché è lettura-scrittura ma anche per-
    ché è un atto pubblico, un'esperienza rivolta a persuadere un destinata-
    rio, là dove la lettura è un atto individuale. L'attività del critico, a diffe-
    renza di quella del lettore, comporta un agire comunicativo legittimato
    in qualche modo da un'istituzione culturale (scuola, università, editoria,
    giornalismo) e capace di conquistarsi un ascolto e un consenso median-
    te la fo
    rza argomentativa e persuasiva dello stile.Il critico in sostanza 

    può essere considerato un intellettuale che tie ne in riuso il patrimonio 
    letterario, lo seleziona e ne rende i significati attuali in situazioni storiche
    nuove rispetto a quelle del contesto originario (cfr. Luperini, 2002).

    domenica 4 settembre 2011

    DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
    Attilio Mangano
    Poesie


    *
    Per la domanda segreta di un senso e di un fine
    per quelle azzurre mattine in cui parli inquieta
    Per quel forte temporale con le sue passioni nuove
    per fare ogni tanto le prove del bene e del male
    Per quel sorriso intrigante di donna maliziosa
    per la voglia maliziosa del piacere e del niente
    per quella rossa amarena che si scioglie nella bocca
    per la risata un pò sciocca che cancella la pena

    DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
    Lucio Mayoor Tosi
    Saluto


    Le parole sono incollate e sferragliano 
    diritte nella periferia 

    tanto qua è un andare liquoroso 
    di pioggia là sotto

    nelle settimane scordate 
    dove si prega battendo le mani.

    Poi dimentichi.
     
     
     
    Ci vediamo.
     
    Chiudi bene.