martedì 28 febbraio 2012

Eugenio Grandinetti
L’uguaglianza giuridica.
Ovvero la qualità delle persone.

Daumier, Avvocato

L’uguaglianza dei cittadini è necessaria
perché in un paese ci sia democrazia.
Però uguale non vuol certo dire
che tutti siano belli ed aitanti,
che tutti siano ricchi e che comandino
tutti allo stesso modo,
perché non ci sarebbero i belli
se non esistessero anche i brutti,
né potremmo dire che uno è ricco
se mancasse il confronto con coloro
che non hanno nemmeno il necessario;
e inoltre a chi potrebbe comandare uno
se ad ubbidire poi non c’è nessuno?


Certo hanno scritto:”Tutti i cittadini
davanti alla legge sono uguali”
Ma questo è il modo tradizionale
per dire alla gente che il regime
di riferimento è quello democratico
fatta però la debita precisazione
che occorre tener debito conto
della qualità delle persone.
Si è mai visto un potente
o un ricco o anche solo un benestante
andarsene in giro lacero e patito
a chiedere in modo molesto ed insistente
una misera elemosina alla gente?
E per converso un povero
non credo possa esser imputato
di falso in bilancio
che è cosa forse poco onesta
ma che non è reato
perché a commetterlo
non è gente da niente
ma è qualcuno che appartiene
al gruppo dei potenti.
Quanto alle prove,
se un piccolo delinquente
commette un’effrazione
oppure uno scippo
ai danni di un pedone,
ci sono telecamere
piazzate in ogni dove
che subito lo riprendono
e forniscono le prove
certe per la condanna.
E invece se ci sono trattative
miranti ad una qualche corruzione
o contatti segreti mafiosi
o anche richieste illecite
di raccomandazioni,
cose che posson essere provate
unicamente con le intercettazioni
sorge invece il problema: questi sono
reati non da poco ma da pochi,
i pochi cioè che contano ed allora
bisogna agire con circospezione:
occorre prima l’autorizzazione
di un giudice specifico,
che magari è un amico
o può avere nel suo ufficio
qualcuno che faccia una soffiata
e metta sull’avviso il sospettato,
e se poi si tratta di persona
che goda di qualche privilegio
allora ben poco si potrà fare:
bisogna aver l’assenso dei compares.
Ma questi sono miseri  argomenti
di faziosi eversori impenitenti.
In realtà l‘uguaglianza che più vale
è quella che si ha nei tribunali.
E qui non c’è da recriminare,
che tutti quelli che commetton reati,
ricchi, poveri, umili, importanti,
tutti quanti si chiamano imputati.
Però a questo punto più non conta
la legge dell’uguaglianza:
chi può troverà testi compiacenti,
potrà inquinar le prove,
trovare mille e mille accorgimenti;
potrà venir difeso
da ottimi avvocati,
maestri di cavilli
e ben ammanicati,
che anche se per disdetta
dovuta solo a cause contingenti
non possono alla fine
ottener l’assoluzione
menando il can per l’aia
fanno andare il reato in prescrizione.
Ma la prescrizione,quella almeno è uguale
per tutti gli imputati, che è legata
al tempo, e il tempo è imparziale.
E il solito eversore ha da ridire:
può un imputato umile trovare
un collegio di medici che attesti
che non può affaticarsi, che sta male
e che il processo si deve rinviare?
O può accampare legali impedimenti
che lo tengan lontano dalla corte
così che il tempo passi e si procrastini
oltre il limite il tempo del processo?
E questo sarà vero, ma è anche vero
che tutti possono essere imputati
e tutti possono aver degli avvocati
e per tutti il tempo passa uguale
e porta i reati in prescrizione,
anche se pure questa alla fin fine
dipende dalla qualità delle persone.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

L'avvocato del diavolo.

Alla fine giustizia sarà fatta
nella tomba il contributo andrà
e neanche da lì uscirà la verità
Intanto io cerco un altro caso
tutti conoscono il mio naso
non son uomo di qualità
ma so fare i conti anche con l'aldilà.

Emy

Anonimo ha detto...

più che poesia sono fronzoli sparsi. Emy non perdi il vizio
di farne delle belle.

Anonimo ha detto...

Contenuti schietti, semplice e pulita la scrittura del poeta che restituisce, rielaborato, il pensiero sociale trangugiato come olio di ricino. Incassa l'amaro e immette salute. Questa poesia è un farmaco. L'inventiva è nei contenuti, la forma s'affida totalmente alla robustezza della libido. L'imprevisto è dato dalla scrittura priva di chiaroscuri, tutta rivolta all'esterno, in una piazza dove si fa mercato. Sul tavolino del bar ci sta a malapena il giornale aperto, e mi sembra tutto.

mayoor