mercoledì 29 agosto 2012

Emilia Banfi
Almeno il lume




Al mio paese si va al cimitero a trovare i morti
la madre e il padre quasi sempre insieme
le lapidi bianche e pulite sui muri con lumi accesi
tutte uguali chi non paga è senza luce.

Poca gente trova il morto che parla

alcuni invece parlano e l’interessante discorso
ritorna alla tomba come un’eco vitale
un messaggio per chi passa basito.
Anche l’ape che scorre tra i fiori finti
è un messaggio, la Carla dice che è il volo del figlio
la viene a trovare ogni volta e d’inverno? D’inverno no
non vola perché fa  freddo.


Non voglio pensare che i morti facciano qualcosa per noi
ma al mio paese la gente fa molto per loro
io guardo e pago la quota per il lume
…per la notte.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

molto felice è l'incipit, i primi tre versi della prima poesia sono eccellenti, io poi al quarto verso avrei minserito una rima per accentuare in diminuendo e in chiave crepuscolare la composizione... e così avrei continuato con delle rime (alterne e alternate) e con dei prosasticismi che interrompano lo scorrimento delle immagini. Molto azzeccata è la parte finale della seconda strofe:

Anche l’ape che scorre tra i fiori finti
è un messaggio, la Carla dice che è il volo del figlio
la viene a trovare ogni volta e d’inverno? D’inverno no
non vola perché fa freddo.

che introduce un riuscito abbassamento prosastico della composizione in vista della terza strofe che ha un ottimo inizio ma non mi convince invece l'enunciato finale:

«io guardo e pago la quota per il lume
…per la notte».

che non mi convince del tutto. Nel complesso un buon lavoro che va affinato e perfezionato.

giorgio linguaglossa

Anonimo ha detto...

A Linguaglossa

Grazie per l'attenzione che ha voluto riservare a questi versi che ho voluto (e non con pochi sforzi) rendere molto semplici. Con l'enunciato finale dico la mia sorpresa nel farmi coinvolgere in questa moltitudine di morti che parlano di giorno con i vivi e che di notte , forse , hanno bisogno di un lume. Mi piace la sorpresa nella banalità o meglio nella semplicità. Grazie per i consigli che terrò in serbo per la prossima. Emy

Unknown ha detto...

ciao Emy, ero molto in dubbio se lasciarti un mio commento poco fa quando ne ho lasciati sparsi qui e là.. poi ho deciso di farlo nel momento in cui questo angolino delle voci fra i vivi e i morti si fosse un po' più popolato. Ora ne sono molto felice ( di lasciartelo). Mi spiego al di del debole che ho per il timbro della tua voce. La presenza del "critico" me dà gioia per te, anche se non sempre ne condivido i modi, questa volta come devo dire altre li centra , non tanto sull'aspetto concreto che non ho la conoscenza per criticare come lui, ma perché invoglia, instrada a un pensiero ulteriore da raggiungere, in cui ce ne sarà uno ulteriore ed un altro ancora, senza mai finire la quota diciamola così. Non so se posso dirlo perché il tema dei morti e dei vivi è così nella mia concezione del tempo, però Linguaglossa questa volta si è espresso facendo immaginare le parole che non hai detto tu e che non ha detto nemmeno lui, insomma sulla stessa lunghezza d'onda nello spazio muto sia ai vivi che ai morti.

Inoltre si è espresso proprio quando a me fa piacere(e credo anche a te) che qualcuno non è d'accordo con me, ma se lo fossi non imparerei nulla da lei o da lui, tizia o caio, però mi dà o mi aiuta a immaginare la sua visione delle cose.

un bacetto

Unknown ha detto...

ec
Mi spiego al di là...

Anonimo ha detto...

Questo tutto sul mio scritto, è tanto per me, cara Rò, e ben venga ogni opinione perchè vuol dire che sono stata letta con attenzione, che può voler di più un "poeta" dopo aver scritto la sua poesia? Ciao Emy

Anonimo ha detto...

Bel cimitero, pieno di luce e buoni sentimenti verso la morte. Bisbigli della vita e silenzi delle api insieme. E narrazione senza piacimenti che mi convince sempre più sulla personalità artistica di Emilia Banfi, che non si limita ad osservare ma partecipa con naturalezza, quasi sottovoce. Piaciuta. Grazie.
mayoor