giovedì 18 ottobre 2012

SEGNALAZIONE
Annamaria De Pietro
Magdeburgo in Ratisbona


Magdeburgo in Ratisbona, Annamaria De Pietro, Milanocosa Edizioni, Milano 2012

In questo libro c’è, ecco, questa tensione all’aprirsi del bianco della pagina, mentre intreccia forme tra pensiero informante e fatti, nella coscienza del rischio del vuoto di senso. È una tensione che ha corrispondenze, per me, con lo stato di degrado, disgregazione e disperazione impotente, subito e vissuto da larghi strati sociali. Il problema è (è stato già detto) prima di tutto culturale, di una cultura che rielabori un pensiero adeguato ai vari ambiti della prassi, politica, etica ecc., compresa quella poetica.
Ambiti interconnessi anche in quest’ultima, che può arrotolarsi nei più voluttuosi viluppi di parole ma se non esce da sé non si salva. Lo ribadiscono i versi del secondo palindromo, che specularmente al primo apre a un nuovo inizio:

Palindromo del trovarsi
Dal falso il segno a stampa che nel pensiero ritorna
strisciando vuote reti ombra al guizzare del branco
– rispondo – e il vento in alto le alte vele frastorna –
di sé compiace l’angolo ritagliato nel bianco.

A ulteriore riprova, a pag 164, scrive: “Ma porte e finestre erano, e sono, quello che volevo, e voglio – la fuga dal vuoto, dal chiuso, dalla solitudine, dal male, attraverso un proditorio (potrei forse definirlo etico) traino, due tiri di otto cavalli l’uno opposto all’altro traente, verso un territorio di astanze libero e aperto, pieno di cose dicibili, dette, il bene di un’auspicata salvezza” tra “due luoghi reali, fisici e logici, sinonimicamente contrapposti: il primo, Magdeburgo, cava del vuoto (che col suo nome s’identifica), del chiuso, della solitudine, del male, – il secondo, Ratisbona, mina dicibile della salvezza, apertura, accoglienza, una cordiale porta spalancata alla calata dei possibili, al loro vertiginoso irrompere…Perché grazie a Ratisbona, la sconosciuta città lontana, il vuoto non è qui, il vuoto è altrove.” È l’alito e il sogno di questo libro, che “Cosí, in due macrosezioni, valve, emisferi di Magdeburgo se vogliamo, da un lato, la prima città, ho raccolto i testi virati al fosco, dall’altro, la seconda città, quelli virati al chiaro.” (ibidem)

(da La negazione del vuoto di Adam Vaccato che si legge per intero qui)

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