sabato 9 febbraio 2013

Gilberto Isella,
Poesie.



www.occhioinbanca


se non v'è nulla nulla più da vedere
gli occhi li puoi depositare

sul posacenere a esempio:
cipolle ispirate che il fumo le ricambi
di pianti e scarabocchi o d'altro scempio

meglio su cremagliere, col tonfo finale
nel caveau della tua banca eletta,
da elettronici frati risanati,
al riparo da turbe di luci impertinenti
forzando alla cieca un'aurea via
che dall'onfalo dell'urbe sfoci
in digitale rada

intorno a un foto-nada allora
perfetta vedrai orbitare la tua vista


(Mappe in controluce, Book Editore, 2011)


*

www.fiordibove


da vaso, vano o ripostiglio che sia
l'ansia reca lume ai fiori rossi 
stipati dentro l’occhio di una spia
ch’è arrabbiata (lo si vede) avendo scorto
il doppio foro nel quadrante di corolle
e due ganci che sostengono sbadati
il bue magro penzolante dalla rétina
col cartiglio “i fiori non si toccano”
certo è l'ansia che distrae le coordinate
e strabismo contrabbanda nelle carni
mentre ondeggia il bove vergognoso
nel negozio che si maschera da prato
a insaputa della spia che più non coglie
al bicorno veggente tutt’intorno
qualche muscolo in fiore già esibito

(Mappe in controluce)

*

www.pizzagotica


al centro dell’urbe presso il duomo
spicca l'insegna “pizzeria del duomo”

altare d'arabeschi è il piatto con la scritta
che il mondo affratella, ecco la mozzarella

su cui posa il basilico con ali di farfalla
mentre i pomi d’oro in cerchio adora e il cerchio

assilla ingordo la schiera a cento strati delle alìci,
fatine in sonno, unte appendici o trifolate

ogive fiancheggiano il tonno che le olive
sopravanza, sull’oca la gallina allunga il becco

e più alta punta ancora fa un corno di renna,
abside e coro il tempo tutto vi  rassembla

in trecce di mostri bonari, enciclopedia vivente
che i cuori solitari, i nostri, sciorina sulla volta,

visitando l'asprezza delle frecce non s'incrina
se in alto cielo trova appoggio, eleva pizzi e guglie,
no, quella pizza non la cede al caro vecchio duomo

(Mappe in controluce)

*

www.giappone

"ho perso il miglior dito, s'è incastrato
nel giappone" lamenta l'avventore
galvanizzando con un sushi le mani

"in Giappone" corregge l'altro signore
scuotendo il cannellino mentre tenta
di placare uno tsunami di idee

"no, nel giappone, l'arcipelago d'esche
dove i nomi cadendo con le dita
tra le maglie dei siti intercambiabili
torcono i confini all'oggi e al domani"

e già pone il suo sigillo nel deserto
una vicenda da altro youtube giostrata
quando tra dune va in aria un gippone

ma se la bomba è vera rimane incerto
il topo e il crono di quella informazione

(oh, come solo è il suolo di Hiroshima
dove non passerà mai acqua o sapone)


(Mappe in controluce)

*

www.linguanaturale


saltuaria lingua naturale cede
ai balsami d'una lingua più greve

tira un filo d'abisso tra le pieghe
il suolo più non le appartiene e segue

le sagome di Proteo che già osserva
per sdrucciolosi schermi vacillare

Hermes fraterni invece fa gli impulsi
nodi stellari tra idiomi diversi

se in causa è l'assonanza delle prede
fieri cavalli in pista e vermi in rete

bracca centauri e di cent'aure gode
salva in memoria la superna lode

per narcisi che affiorano dal Lete
a drogare papille nella mente

alghe minate o innocenti acque quiete


(Mappe in controluce)

*

Il deserto dei mille sguardi sepolti

Un volto in sonno lo inclina,
qualche centimetro
forse

Da un’arpionatura, una sciarada
cade ciò che se ne deve andare

Irruente come le dune
nel loro immemore trasvolo

Come i seni
che intorno a noi scorrono
sabbioline che cantano, noi

O i nostri doppi
tripli embrioni, là sotto

Una corda, un nodo,
una simulazione, è tutto.


(Variabili spessori, alla chiarafonte, 2011)

*

Consulti i margini
dell’opificio dismesso

Ma che vive per sciami
febbri
lepidotteri in festa

Di qua dal bosco
stanno i rudimenti

Se palpi
le terre di nessuno
incontri
faglie con vibrisse
capogiri di gatti

O reclini su smalti
con bocche maculate
le bontà del sole

Dai per certo
che qualcosa si produce
come materia trasparente
ai lati.

*

(Variabili spessori)



getta i propri mulinelli
e li classifica

nel transire dei corvi
dove seme rauco volteggia

ombra di una pompa
la parola

presso l’adunca tibia
edificata
succhia un varco
senza più sogno


(da Preludio e corrente per Antoni, Salvioni Edizioni, 2012)




*

il taglio nella pietra
le falangi dei dispersi

diagonali e parallele
alla gogna
su puntali di luce

chirurga se scuote
la fronte a fisarmonica del cielo
e l’involuta cicatrice riattiva

carni reticolari
palpebre d’un gorgo solo

quel cordone d’elisio
che si sperde oltre la mappa

una dismisura

là dove più in basso ristagna
l’esserci

l’esser-fiordo nella terra dell’anima

(Preludio e corrente per Antoni)

*

per sponde d’azzurro e tappeti
d’alte geometrie

sensori finissimi e spiriti
stellari
                       a trascrivere
le congiunzioni possibili

lì in arnia di corpuscoli
sfibra però l’agire
la fortuna magmatica incombe

anche la pagina d’aria dirupata
anche la volta focomelica
 
(Preludio e corrente per Antoni)


*  Gilberto Isella (Lugano 1943) è poeta e critico letterario. Laureato in lettere e filosofia all’Università di Ginevra, ha insegnato nel Liceo cantonale di Lugano e alla SUPSI.  È membro di redazione della rivista di cultura “Bloc notes”, di cui è stato uno dei promotori nel 1979, e vice-presidente del Pen Club, centro della Svizzera Italiana. Collabora con il "Giornale del Popolo" e con riviste letterarie svizzere ed estere. Partecipa alle attività delle Edizioni Opera Nuova e del Festival Poestate di Lugano.
È stato borsista, nel 2005, presso il Centro di Studi Ligure di Bogliasco.
Come critico si è occupato in particolare di poesia contemporanea e teoria letteraria: numerosi articoli pubblicati in riviste e miscellanee.
Ha tradotto dal francese Charles Racine (Stupore celeste)  Jacques Dupin (Scarto)  e Bernard Vargaftig (poesie per le riviste “Traduzione-tradizione” e “Opera Nuova”).
Ha curato un’antologia degli scritti di Mario Marioni (Fogli vagabondi) e, con Tiziano Salari, la silloge poetica Armageddon e dintorni di Giovanni Ramella Bagneri.
Numerose le collaborazioni con artisti svizzeri e italiani (plaquettes, libri d’arte, ecc.), e con il regista cinematografico Adriano Kestenholz.
Tra le recenti raccolte poetiche si segnalano: Corridoio polare (Book, 2006), Taglio di mondo (Manni, 2007), Mappe in controluce (Book, 2011), Variabili spessori (alla chiarafonte, 2011) e Preludio e corrente per Antoni (Salvioni, 2012).
Per il teatro ha scritto Messer Bianco vuole partire (alla chiarafonte, 2008).
 Tra i vari riconoscimenti: tre Premi Schiller, il Premio Sertoli Salis (1997), il Premio Lorenzo Montano (2007) e il Premio Giuseppe Dessì (2012).

[Altre  informazioni  in  G.I., “Wikipedia”]




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