Sul
dialetto in poesia oggi
Una
discussione del 2009 con un inserto del 2004
Il dialetto - questa è la mia ipotesi - è
forse la nostra terra del rimorso,
come diceva Ernesto De Martino del mondo contadino che in Italia verso gli anni Cinquanta si stava avviando alla
sua apocalisse (quella indotta dalla modernizzazione industriale). Il post di Giorgio Linguaglossa «Lingua delle maschere» (o lingua delle
nacchere?)[qui] ha riproposto la controversa questione della funzione del
dialetto nella poesia contemporanea. Ed ha suscitato una vivace discussione.
Segno che l’argomento ha ancora
risonanze profonde in quanti sono legati
al dialetto sia da questioni biografiche e storiche e sia da un investimento
che potrebbe dirsi mitico. A riprova di quest’attenzione pubblico i documenti
di precedenti riflessioni del 2009 e del
2004. Le faccio precedere da questi due video trovati su You Tube. Con le loro immagini in b/n, pulite e drammatiche, restituiscono una piccola sensazione dello spessore arcaico che si cela in alcune pieghe della
nostra discussione oscillante tra nostalgia e realismo. [E.A.]