Caro Giorgio Linguaglossa
sto seguendo su Poesia2.0 il dibattito
che si è alimentato con il tuo intervento sulla poesia di Milo De Angelis. Non
sono sorpreso della piega che va assumendo. E’ certo che uno dei punti
controversi e impliciti alla discussione riguarda il costume letterario.
Le posizioni nel blog si stanno appassionatamente orientando pro/contro Milo De
Angelis. La sua poesia c’entra poco. La cosa è più evidente ora che vengono
messi in campo nomi importanti della critica facendo ricorso a una sorta di
contundente principium auctoritatis. Prassi che non è estranea ai vari
aspetti della società contemporanea: da quello della politica e dello sport, a
quello della stampa e della cultura in generale. Pubblicare oggi non ha
connotati molto diversi dalla scalata al potere di qualsiasi tipo. Sullo sfondo
lo scambio solidale all’interno dell’establishment (per esempio, la circolarità
delle recensioni e dei premi letterari che creano fidelizzazioni oltre che
blasoni e credenziali). Perché il blog non
s’incarica di indagarne numericamente i circuiti per poi pubblicarne i
risultati? Tante recensioni io a te, tante a debito verso me; tanti premi a te
e tanti a me; qui in giuria io e là tu. Avrebbero più efficacia di qualsiasi
dibattito critico. Benché il costume sia oggetto proprio della
sociologia e non della critica.