Mari Vallisoo, Parlano e volano. Poesie scelte (1980-2011) LietoColle, Faloppio,
2012
Riflettevo
su questo libro della poetessa estone Mari Vallisoo e mi interrogavo su quel suo modo di porre le
cose sulla carta con una sicurezza e una ingenuità che a un letterato colto e
snob dell’occidente parrebbe eccessivo e azzardato, e più mi interrogavo più mi
convincevo che non è Mari Valllisoo ad essere nell’errore ma è una certa poesia
italiana (colta e snob) che ha inseguito le orme del Moderno senza peraltro
riuscire a prendere le misure al Moderno. Ma questo sarebbe un lungo discorso
forse troppo lungo per essere affrontato in questa sede. Leggere la poetessa
estone da questo punto di vista dà un’impressione di forte estraniazione, è
leggere ad un tempo un poeta modernissimo e antichissimo, una poesia
fuori-storia, fuori-contesto, o almeno nel senso che la parola «contesto» richiama
alla nostra memoria quella situazione (sociale e culturale) che ha visto nei
paesi occidentali a sviluppo economico evoluto il progressivo trionfo della
piccola borghesia in via di progressiva mediatizzazione.